IO E SALVINI
La prendo molto larga: a me le posizioni del Ministro Salvini, sull’immigrazione, non piacciono proprio (e pure sul resto non siamo proprio identici, diciamo).
Però, per scrupolo, ho deciso comunque di informarmi meglio sul fenomeno: il beneficio del dubbio è sempre salutare.
Non mi ricordo dove ho letto che l’ONU aveva scritto, nel 2018, un rapporto sul fenomeno dei barconi dalla Libia verso l’Europa. Ovviamente mi sono messo a cercarlo e, cerca e ricerca, l’ho trovato. E letto.
Beh, tutto quello che immagini, per quanto orribile sia, è niente rispetto alla realtà. Niente. Se vuoi farti un’idea su come è davvero fatto l’inferno…beh…queste 45 pagine ci somigliano davvero molto. E aggiungono tanto a ciò che i media ci raccontano. La cosa più soft che si legge è che i libici sono terribilmente razzisti verso i migranti e che ufficiali pubblici perpetrato sistematicamente i più vergognosi abusi verso questa povera gente. Il report racconta dettagli agghiaccianti.
Ma volevo concentrarmi su un altro aspetto.
In una parte del rapporto si dice chiaramente ed esplicitamente che le politiche del Ministro Salvini (chiusura dei porti) non hanno aiutato a migliorare la situazione (la prendo larga anche qui).
A pagina 16 e 17, si dice, in sostanza, che gli italiani, per mano del Ministro Salvini, sono, di fatto, degli assassini.
Ho letto questo report a Gennaio 2019. Da allora ho in mente di mandarlo al Ministro, per debita conoscenza. Ma ogni volta ci ripenso. Me la faccio sotto perché noto che, ogni volta che qualcuno lo fischia o protesta contro di lui, lo portano in questura. Ho una figlia e il coraggio ormai mi manca. Ma una cosa la posso fare: invitare tutti voi a leggere questo documento e a divulgarlo il più possibile. Magari troverete qualcuno disposto a cambiare idea. E voto alle prossime elezioni!
Per i pigri, ecco le poche righe che ci accusano.
Se cerchi qualcosa di meno traumatico ma altrettanto informativo…ti consiglio questo.
IO, CHIARA E L’IPOCONDRIA
Chiara, figlia dall'amata Trinacria, mi segnala un evento pazzesco: il festival italiano dell'ipocondria.
La notizia mi mette di ottimo umore, primo perché vuol dire che qualcuno mi pensa, secondo perché sapeva che mi avrebbe reso felice, terzo perché se c'è qualcuno che ha l'idea di fare un festival così originale - e di indiscutibile utilità - allora vuol dire che forse non tutto è perduto.
Quest'anno non posso andarci, ma dal 2020 punto a una frequentazione costante e alla Presidenza della costituenda Associazione Nazionale Ipocondriaci. L'articolo sul festival mi ha colpito soprattutto nella parte sulla guarigione collettiva. Si sa: gli ipocondriaci hanno solo bisogno di dosi extra di affetto. Allora, per ringraziare la Trinacria e gli ideatori del festival, lascio qui una storia vera di pochi giorni fa.
Ero a Helsinki con Danilo, ore 22.30. Camminavamo alla ricerca della direzione giusta del tram che avremmo dovuto prendere the day after. Lui sparava cazzate (adoro chi spara cazzate) e io seguivo a ruota. Avevo bevuto una birrozza formato maxi. A un tratto, in lontananza, scorgo un gruppo di 4 ragamuffin unito in un solo abbraccio senza fine. Che meraviglia: 4 persone che, noncuranti di tutto e tutti, si abbracciano in mezzo al marciapiede. Una specie di isola felice in mezzo al caos. Non ci penso un attimo, li punto, Danilo si preoccupa subito e si allontana per prendere le distanze dal sottoscritto. E ridacchia. Busso sulla spalla di uno dei rasta e chiedo “May I join you?”. Anche gli altri 3 alzano la testa, mi guardano, mi osservano, io sorrido mezzo rincojonito. “Of course, you can!!!”. Mi unisco ai 4 nell'abbraccio più intimo del mondo, ci diciamo cose meravigliose in un effluvio di marijuana, birra, cannella, peace and love. Dalla nostra cinquina si eleva uno spirito di candore e purezza che inebria il circondario.
Li lascio, uno mi dice che già gli manco, io li invito a Roma, un altro mi dice che ci incontreremo nel mondo dell'armonia. Addio, miei amici sconosciuti. Abbiamo fatto qualcosa di grande.
Mi riunisco a Danilo, che ride e mi dice che sono un pazzo. No, non sono un pazzo, sono un ipocondriaco e mi sono curato collettivamente.
Quella notte ho dormito di sasso. Non succede mai.
Ah, vi presento Danilo, mentre medita sul destino del Mar Baltico (ciao Ciccio!).
https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/05/20/news/pisa_liceo_artistico_salvini-226717822/