PREMESSA
Questa newsletter è, in parte, molto forte. Ne sconsiglio vivamente la lettura ai minori e alle persone impressionabili.
Sentivo il bisogno di scriverne e ritengo che abbiamo tutti il dovere di sapere. E di sopportare 5 minuti emotivamente impegnativi.
Mi scuso con i (pochi) nuovi iscritti: il prossimo numero tornerà ‘pop’ come sempre.
Seguite pedissequamente le istruzioni di lettura.
TEMPO STIMATO DI LETTURA
13 minuti
MOOD
Irrequieto
FIRST THINGS FIRST
Per i soli AMBASCIATORI/SUBSCRIBERS: quei cerebrolesi dei proprietari della piattaforma mi informano solo ora che, se volete lasciare commenti, dovete obbligatoriamente mettere una vs immagine/foto di avatar e aggiungere il solo nome. Non è una registrazione, ma un requisito minimo per lasciare commenti. Mi raccomando: scegliete l'avatar che vi pare, ma che il nome mi lasci almeno intuire chi siete!
SEGRETO UNA SEGA!
Ho letto il rapporto dei servizi segreti italiani, anno 2018. Ve ne parlerò in un eventuale prossimo numero.
Quello che voglio segnalare oggi è che i servizi segreti italiani hanno creato un gioco per smartphone!!! Un gioco!!! Cybercity chronicles. Penso si tratti di qualcosa d’interessante, per i vostri figli ovviamente. Il tema è quello della cyber-sicurezza (che, a essere onesti, intriga parecchio pure me).
Se volete giocare o far giocare a questo gioco, trovate tutto qui.
A proposito di regali di Natale: questo me lo ha segnalato Ciccio, me lo sono scaricato (circa 30 €) ed è….bellissimo. Vale davvero la pena. Pensateci seriamente!
LIBRO PER NATALE
La gente è abituata a comprare e leggere principalmente romanzi. Male, molto male!
Ho comprato “Cosa accadrebbe se” : lo ha scritto uno scienziato (Randall Munroe) dando risposta ai milioni di domande strane e assurde che gli sono arrivate, nel tempo, via mail.
La mia domanda preferita - con la relativa risposta - é: cosa accadrebbe se tutti gli esseri viventi si disponessero lungo la costa dx della Gran Bretagna e spingessero, tutti e contemporaneamente, verso sinistra usando ciascuno il massimo sforzo?
Regalate questo libro ad adulti e bambini: ne vale la pena. Qui sotto una pagina a caso.
ISTRUZIONE 1 – ASCOLTATE LA VOSTRA CANZONE PREFERITA E BALLATELA FINO ALLA FINE
ISTRUZIONE 2 - ASCOLTATE LA VOSTRA SECONDA CANZONE PREFERITA E MUOVETEVI VELOCEMENTE FINO A CHE FINISCE
ISTRUZIONE 3 – PASSATE ALL’ISTRUZIONE 4 SOLO SE AVETE PEDISSEQUAMENTE COMPLETATO LA 1 E LA 2
ISTRUZIONE 4 - RESPIRATE FORTE, FATEVI FORZA E LEGGETE
COME DETURPARE LA SCIENZA: OCHE ED EROI
Io non sopporto la chirurgia plastica. O, meglio, chi la usa solo per ringiovanirsi. Anche per questo guardo poca TV: vedere facce gonfie, tirate e rigide, incapaci di fare un sorriso naturale e spontaneo, proprio mi urta. La mia Signora mi è testimone: appena ne compare una sul tubo catodico – cioè quasi sempre – faccio un salto sul divano, inorridito, e mi nascondo il viso per la vergogna.
(Da anni non vedo la gloriosa Domenica Sportiva a causa sua)
Ma il mio odio nasce anche dal fatto che la chirurgia plastica moderna ha deviato, di molto, dal suo cammino originario. Seguitemi in questo viaggio necessario, doloroso e orribile. Abbiamo un dovere verso queste persone.
Una mostra, in UK, ha svelato un lato sconosciuto dei tanti orrori della prima guerra mondiale: le terribili ferite al viso dei soldati UK.
La mostra, in realtà, ha raccontato anche la storia del chirurgo Harold Gillies che, attraverso il suo impegno per aiutare questi dis-graziati, è divenuto noto come il padre della moderna chirurgia plastica.
In un momento storico in cui i conflitti, nel mondo, sono numerosissimi, si evince che il tema è, drammaticamente, ancora attuale. Aggiungo che, di una guerra, si ricordano i morti: i feriti rimangono in uno strano limbo della memoria collettiva.
La prima guerra mondiale è stata diversa da qualsiasi altro conflitto, prima o dopo di essa. Fu la prima guerra completamente meccanizzata e l'avvento di artiglieria pesante, proiettili e mitragliatrici implicò che si potevano infliggere ferite più devastanti che mai. Allo stesso tempo, i combattimenti erano principalmente nelle trincee, le quali fornivano protezione ai corpi dei soldati…ma non al loro volto e alla loro testa!
Il neozelandese Gillies vide, in prima persona, i risultati di questa combinazione letale quando fu inviato al fronte occidentale, nel 1915. Quando tornò in Gran Bretagna Gillies istituì un reparto facciale presso il Cambridge Military Hospital di Aldershot.
Dopo la Battaglia della Somme, il team di chirurghi si aspettava 200 ‘pazienti’: ne arrivarono 2.000. Era quindi necessario un ospedale dedicato, il primo al mondo. Un anno dopo, sempre grazie a Gillies, fu inaugurato il Queen Mary, a Sidcup. 5.000 soldati furono curati li da una squadra di chirurghi e altri specialisti di tutto il Commonwealth (ecco l'ospedale in una foto di qualche anno fa. A ferro di cavallo).
Tradizionalmente, i bordi delle ferite del viso venivano semplicemente cuciti insieme: quando le cicatrici si irrigidivano, venivano semplicemente lasciate così. Conseguenza: i visi ne risultavano stravolti e sfigurati.
Gillies fece qualcosa di diverso. Ricostruì le facce usando tessuti provenienti da altre parti del corpo.
Oggi pensiamo alle protesi mammarie e al naso rifatto, ma la chirurgia plastica ha avuto origine dalle facce sfigurate dei soldati inglesi. Gillies fu talmente sconvolto dal supplizio di questi eroi feriti che fece ogni sforzo pur di restituirgli una vita decente.
Gli antibiotici, a quel tempo, non erano ancora stati inventati, il che significava che era molto difficile innestare il tessuto da una parte del corpo a un'altra senza creare infezioni. Ma mentre trattava il marinaio Willie Vicarage, Gillies inventò il "tubed pedicle", una specie di appendice tubolare. In sostanza usò un lembo di pelle del petto o della fronte e lo fece ‘oscillare’ sul viso.
Il ‘risvolto’ rimase attaccato ma, grande rivoluzione, fu cucito in una sorta di tubo. Ciò mantenne l'afflusso di sangue ‘originale’ e ridusse drasticamente il tasso di infezione.
Uno dei maggiori ‘successi’ di Gillies fu William M Spreckley, che perse il naso in battaglia (sx nella foto).
Il chirurgo impiantò, sotto la fronte, una sezione di cartilagine estratta da una delle costole di Spreckley. Quindi fece "oscillare" la cartilagine e un lembo di pelle nella cavità nasale per creare un nuovo naso. Nel tempo il nuovo tessuto si fuse con il vecchio e riempì il buco (vedi foto sopra, a dx).
L'idea unica di Gillies era quella di coniugare aspetto estetico e funzionale. Anni dopo, le cicatrici fisiche di Spreckley erano ‘appena’ visibili. Eccolo ‘guarito’.
Gillies stesso rimase stupito dai risultati raggiunti. Il paziente, da parte sua, chiamò il figlio Michael Gillies, in onore del chirurgo: tuttavia egli rimase psicologicamente distrutto e per tutta la vita pensò di essere inguardabile.
Gillies non poteva aiutare tutti, ma imparò da ogni caso. Uno di questi fu Henry Ralph Lumley (vero, Twin Valerio?) il cui volto era orribilmente ustionato. Il team di Sidcup provò un innesto facciale molto avanzato, usando un grande lembo di pelle dal torace di Lumley.
Purtroppo Henry morì. Gillies si rese conto di aver sperimentato troppo e troppo in fretta, travolto dal desiderio di lenire le ferite di Henry. Da allora Gillies fece solo interventi programmati e ‘a step’: questa tecnica di ricostruzione graduale rappresenta, ancora oggi, le fondamenta della chirurgia facciale. Qui sotto vedete il processo di ‘guarigione’ di un paziente già inserito più su in questo post.
Nel 1917 il marinaio Walter Yeo conobbe Gillies, che ideò ed eseguì su di lui il primo trapianto di tessuto facciale della storia.
Il medico asportò alcuni lembi di pelle dalle natiche dello stesso uomo, per poi innestarle (vaso sanguigno per vaso sanguigno) nelle zone scarnificate della faccia. Vennero ‘buffamente’ impiegati peli di origine animale per infoltire i capelli della chioma bruciata del paziente. Il risultato, dal 1917 al 1922, è a dir poco sbalorditivo.
Gillies fu nominato cavaliere nel 1930 e partecipò alla prima operazione di cambio di sesso - da donna a uomo - nel 1946 (ecco il paziente ‘prima e dopo’ l'operazione).
Viviamo in una società ossessionata dall'aspetto e se senti 'chirurgia plastica' pensi solo a tette rifatte, a chiappe ritoccate o a visi tirati: forse è il caso che riflettiamo TUTTI meglio sul nostro aspetto e che non ci dimentichiamo di cosa si è davvero trattato.
ISTRUZIONE 5 - ASCOLTATE QUESTA CANZONE A VOLUME ALTO, ABBRACCIATE QUALCUNO E MOLLATELO SOLO ALL’ULTIMA NOTA
THE BEAUTY UP THERE
Hanno fotografato, su Giove, al suo polo sud, un mega ciclone centrale, circondato da 8 cicloni ‘minori’.
IL PIRLA CHE E’ IN ME
Certe volte penso di essere deficiente (dal latino deficio aliquid, mancare di qualcosa). Davvero.
No, non mi conforta sapere che alcuni di voi sono nella mia stessa situazione.
Faccio un esempio, con una necessaria premessa: io sono uno smartphone addicted, non tanto nel senso che lo uso tantissimo quanto nel senso che ne compro in continuazione. Da sempre. Solo nel 2019 ne avrò comprati almeno 5. La cosa che più mi frega è la loro bellezza: mi interessa l’oggetto, non quello che fa. Va da sé, però, che sono diventato un ‘esperto’ anche delle loro features.
Ok, andiamo avanti.
Mi arriva un nuovo smartphone. Bellissimo. Gli metto la protezione nera. Lo uso qualche giorno, ma distrattamente.
È domenica. Lo guardo alla base (dove il 99% degli smartphone decenti ha tutte le varie ‘porte’): ha la USB TYPE C (quel buchetto oblungo che vedete).
Non c’è, invece, il buchetto circolare per le cuffie audio. Tragedia: io ascolto SEMPRE musica con le cuffie e ora…NON posso più!
Deficienza 1: no, non ho fatto il check prima di acquistare lo smartphone!
Ok, no problem, so cosa fare. Vado al negozio e compro un adattatore. 12€.
Vado a casa, lo inserisco, attacco le cuffie, avvio il lettore musicale e…e… e…non si sente una sega! Zero di zero.
Smadonno. Rismadonno. Vado al negozio e protesto: “questo adattatore non funziona!!!”, “mi avete fatto perdere 2 ore!!!” e cose del genere. L’addetto mi guarda impietosito e, in sintesi, mi insegna che alcuni adattatori funzionano solo su alcuni smartphone.
Deficienza 2: no, non ho letto tutte le istruzioni del prodotto prima di acquistarlo! C’era scritto, davanti, “adattatore type C -> audio - android” e per me era sufficiente. L’elenco degli smartphone abilitati, invece, era dietro la confezione, porcaccia troia!
Ok, mi sta bene. Sono un vero cojone. Ora basta: mi concentro, focalizzo il problema, individuo la soluzione e parto per la missione. La chiamerò “resurrezione cinese”. Modalità massima performance: ON.
Vado al negozio cinese a due passi da casa. Mi muovo, reattivo e determinato, tra i 115 miliardi di oggetti accatastati in 22 mq. Spulcio, annuso, scarto, scavo, riscavo e… eccolo il bastardo. Un fregnetto color argento, con tutti i crismi al loro posto. E luce fu. Sono un grande, il più grande segugio del centro Italia, cazzo!!
Leggo bene le istruzioni. Tutte. Pure quelle in cinese, tradotte dalla cassiera. È lui, è perfetto, risponde esattamente a tutte le mie esigenze di consumatore evoluto.
Pago ben 2€ e mi dirigo a casa, felice come non mai. Sono un fottutissimo genio.
Scarto, applico, innesto, avvio e… e… e…e…
non si sente un cazzo. Uno zero di zero, uno zero di zero più zeroso di prima.
Smadonno. Rismadonno. Divento nero. Fumo rabbia dal naso e dalle orecchie. Mi scervello per individuare il problema. Ma si, certo, è logico: è lo smartphone a essere rotto. Parto con la complessa procedura di rimborso. Chiamo il servizio clienti. Rispondono dalla Cina. Il loro inglese è infimo, non si capisce un cazzo. Approfitto per dirgliene di tutti i colori: “ma che diavolo mi avete spedito?”,” ridatemi immediatamente i miei soldi e riprendetevi ‘sto catorcio! “. Mentre li offendo scrivo recensioni al vetriolo.
Dopo 1 minuto mi arriva una mail:
le confermiamo l'intenzione di rimborsare l'acquisto
ci restituisca lo smartphone: spese a ns carico
prima di spedire, segua questa procedura, per verificare che l'audio sia effettivamente difettoso (seguono 3 pagine, scritte in aramaico e ostrogoto insieme, su come fare il check dell'impianto audio).
Dopo 2 minuti Vodafone mi avvisa che la chiamata mi è costata 14€.
Deficienza 3: no, non ho verificato che si trattasse di un numero verde o roba del genere. Ero cieco di rabbia e non ci ho pensato.
Stizzito e incazzato do una schicchera (vedi simulazione) all'angolo basso dello smartphone, che, nel mentre, assisteva, affranto, al triste spettacolo della mia miseria.
Fa un paio di giri su se stesso. E, a fine giri, mi offre, impietosamente, la sua ‘testa’.
Il resto delle mie infinite deficienze potete desumerlo da soli.
Ma la cosa più diabolica è che, in vari momenti della tragedia, ho chiesto al folto numero di users, con domande diverse (vi risparmio i dettagli), come potevo risolvere il problema e tutti, eccetto 1, mi hanno consigliato di contattare il servizio clienti. Un esercito di stronzi, tranne, tardivamente, Caterina.
PICCOLO SPAZIO CURIOSITÀ
La scopulofobia è la paura eccessiva degli scogli che affiorano dall'acqua. Io ne soffro. Se la newsletter sopravviverà vi racconterò il perché.
L'atefobia, invece, è la paura eccessiva delle disgrazie. Stranamente non ce l'ho.
La nomofobia è la paura eccessiva di rimanere esclusi dalla rete di telefonia mobile. Tu ce l'hai di sicuro. “Oddio, qui non prende! Ora come faccio? “.
La singenesofobia è la paura eccessiva dei parenti. Io ce l'ho per la suocera.
Prima digestio fit in ore (massima latina: la prima digestione si fa in bocca - - > bisogna masticare bene il cibo, prima di ingerirlo)
VARIE ED EVENTUALI
La situazione di crisi della newsletter permane. Io continuo a combattere, ma il miracolo dovete farlo voi. Ho messo in campo un gruppo di ambasciatori ma nessun esercito può vincere se, dopo la prima linea, non segue nessuno. Sotto c’è un nuovo bottone per condividere la newsletter.
Non so come mi sia venuta questa stronzata dell'esercito, però la lascio perché anche le stronzate hanno dei diritti.
Alla prox.
sicuro che mi sogno quello con i tubi! :D
Intanto grazie per il suggerimento sul libro da regalare! Più tardi riproverò a leggere la parte 'dura', ieri sera mi sono dovuta fermare.....