PREMESSA
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Se conoscete medici, infermieri, militari etc vi sarei grato se gli parlaste della mia newsletter: mi piacerebbe confortarli un pò: per loro la versione full è gratuita.
LA MIA PRIMA BOMBA
A dicembre 2019 sono stato a Segni (RM) per stare un pò con il mio amico Giuliano (leggi qui). C’erano molti miei coetanei, anche se ho avuto qualche difficoltà a riconoscerli tutti (ho vissuto lì fino a 12 anni). Mentre parlavamo e cercavamo di ricordare storie comuni, è venuto fuori che alcuni di loro conoscevano la storia della mia prima bomba. Ve la racconto.
A Segni avevamo una casa in città e una in ‘montagna’. Quest’ultima si reggeva su un gigantesco tronco centrale nudo e non aveva pareti intermedie. Il mio letto era fatto di travi di legno e nient’altro. Tutta l’area si chiamava MEDIANO ed era strapiena di alberi di castagno (i famosi maron glacè venivano da Segni), funghi e animali di ogni tipo. Insomma, un posto bellissimo. Mi ricordo che una volta mi sono mangiai 2 ceste di more selvatiche e 1 cesta di perneconcini (susine selvatiche) e che ebbi la diarrea per una settimana. Io e mia sorella giocavamo a tirarci la cacca secca d'asino addosso. Vabbè, andiamo oltre. Spesso io e mia sorella partivamo dalla casa di città, da soli, e andavamo a piedi a Mediano, a giocare. La strada non era battuta e cadeva a picco sul fondo valle, senza barriere. Circa 4 km, direi.
Un giorno eravamo a Mediano e giocavamo. Mia sorella trova questa cosa qui, che non sapevamo assolutamente cosa fosse.

Ci piaceva. Ci piaceva a tal punto che decidemmo di portarla a casa in città. La mettemmo in una busta bianca di plastica. Sulla via del ritorno con quella busta facemmo mille giochi diversi: sballottolammo quell’involucro in tutti i modi possibili, spesso passandocelo a mò di rugby. Eravamo felici. 4 km di vero spasso. Io mi ricordo che la feci roteare, che la lanciai in alto e che la ripresi al volo.
Quando entrammo a casa facemmo vedere il nostro nuovo gioco a mio padre (sindaco di Segni, ndr). Aprì la busta, ci mise la faccia dentro e…sbiancò. Ci allontanò immediatamente e chiamò subito carabinieri e vigili del fuoco. Io e mia sorella non capivamo. Arrivarono i salvatori della patria. La bomba andava fatta brillare immediatamente. Mio padre ci spiegò di cosa si trattava e, pazzo, mi offrì di andare con lui a vedere la bomba brillare. Io, molto più pazzo, accettai volentieri e andai, con la scorta, in una vecchia cava di marmo abbandonata. I vigili misero la bomba al centro della cava e si allontanarono. Ci mettemmo tutti al riparo dietro le macchine. Un giovane appuntato, ad almeno 200 metri di distanza, prese la mira e, al primo colpo…BOOOOOOOOOM! La polvere si posò dopo 5 minuti. La deflagrazione scavò una voragine enorme in mezzo alla cava! Enorme!
Oggi sono qui a ricordarmelo e a raccontarvelo.
Mi è andata bene, come molte altre volte nella vita.
La mia esperienza con le bombe non si esaurisce affatto qui. Stay tuned.
LA MIA RAZIONALITA’…
Premessa: questa è una storia senza un finale ‘compiuto’.
Giorni fa, nel mezzo di una situazione familiare parecchio stressante (COVID 19), mi sono ritrovato a essere etichettato, da due parenti, come irrazionale, in preda all'emotività. Li per li mi sono limitato a rispondere, convintamente, che invece ero stato molto razionale e che le decisioni che avrei voluto prendere erano basate sulla conoscenza della situazione e del tema COVID.
Solo molto dopo, da solo, mi sono messo a ripensare all'accaduto e mi sono chiesto come mai non mi è venuto in mente che, da molti anni, la scienza ha dimostrato che l'intelligenza emotiva sbaglia molto poco, se si considera che viene spesso attivata in situazioni di stress e di immediatezza.
Mi sono anche ricordato che, mesi fa, avevo (ri)(ri)(ri)letto molto sul tema e che, addirittura, avevo scritto alla BANCA MONDIALE, perché avevo letto su una rivista che, in un loro documento, la banca raccomandava alle istituzioni di adottare le decisioni secondo una metodologia razionale e funzionale: volevo leggere il documento bancario e avvisarli che la scienza aveva dimostrato che l'approccio lento e razionale non era più efficiente di quello emotivo nemmeno quando c'era tempo per decidere ed erano in ballo grandi temi. Insomma, volevo un pò rompere le palle alla Banca Mondiale.

La BANCA MONDIALE mi aveva risposto “cercatelo da solo il documento” e io, incazzato, iniziai a stalkizzarli fino a che non ottenni risposta.

Mi sono messo a leggere i documenti ma, della loro raccomandazione, nessuna traccia. Allora mi sono incazzato ancora di più perché non mi avevano dato il documento giusto, ma siccome erano di nuovo diventati irrintracciabili ho iniziato a stalkizzare l'autore dell'articolo, per chiedergli “ma sei proprio sicuro che la Banca Mondiale ha scritto una cosa del genere?”. Ad oggi, nessuna risposta.
Fine della storia.
PS: i documenti citati nella mail sono moooolto interessanti.
... E LA MIA STRONZAGGINE
Un (1) uomo buono si è dimostrato interessato a me: vuole sapere se io ho fatto il test sulla stronzaggine, come da mia newsletter.
Si, l'ho fatto. Ho fatto la versione lunga del test. Prima di dirmi che sono uno stronzetto, fate il test anche voi: ne usciranno delle belle.


PICCOLO SPAZIO CURIOSITA’
A) In una gara, per soli uomini, fatta ad Oxford, la sfida era quella di rendere “calma, pace interiore e felcità” con una sola frase. La gara ha coinvolto 200 maschi.
Il vincitore ha vinto con: “Mia moglie sta dormendo”.
Uno dei giudici si è alzato e lo ha abbracciato.
B) Se usate profumi, colonie, acqua di colonia et similaria, sappiate che i profumi inglesi rimangono ancora i migliori del mondo, sia per le donne sia per gli uomini. Infatti l'industria inglese usa ancora le essenze naturali come materia base e la ricerca come principio ispiratore mentre quella francese, ad esempio, è da almeno 20 anni che si basa esclusivamente sulla chimica, sul marchio e sulla pubblicità (quella italiana… una via di mezzo). Se siete di Roma e vi interessa l'argomento, contattatemi: vi dirò dove trovare qualche buon profumo inglese, per uomini e donne of course. Se vi interessa l’acquisto online, idem: fatemelo sapere rispondendo alla mail.
C) Tra le tantissime cose belle che sono state proposte in questo periodo, a me è piaciuta molto quella del Getty Museum. Riprodurre, a casa, i quadri esposti nel museo e postare il risultato su Twitter. Ovviamente io sto preparando la mia performance. Fallo anche tu.



D) Questa pianta così bella…

... è uno degli esseri viventi più invasivi del pianeta. Sta creando problemi giganteschi ovunque, Italia inclusa. È il giacinto d'acqua e, in un mese, una pianta si moltiplica in 40.000 piante.

E) Il gesto universale di usare l'indice per indicare (es: indicare la strada ad una persona) deriva dal desiderio di iniziare a toccare. Tutti i bambini del mondo, infatti, iniziano a indicare usando il dito indice a partire dai 9 mesi.
NON È TUTTO ORO…IL VINO, INVECE, E’ TUTTO VINO
Ho perso un sacco di soldi. Questo periodo così strano ha annullato tutte le mie strategie di investimento, vanificando gli sforzi per guadagnare qualche spicciolo. Ovviamente non me ne lamento nemmeno un pò: chi scherza col fuoco sa che può bruciarsi.
Avrete letto ovunque che l'oro, in quanto bene rifugio, può essere una buona strategia di difesa in questo periodo. Se vi interessa, io ho comprato questo ETC, che, però, sta avendo un andamento abbastanza strano in questi mesi. Informatevi bene prima di comprarlo.
Gold Bullion Securities-ES - GBS - AFF (Isin GB00B00FHZ82)

Se, invece, c’è una cosa che va comprata, se volete spassarvela un pò nella vita, quella è il vino. Io, in vita mia, ho bevuto davvero tantissimo, troppo direi (in un anno ne ho recensiti 136 diversi). Sino a che, un giorno, ho bevuto un bicchiere di vino bianco e…sono stato talmente male che ora la sola idea mi nausea. Davvero. Però le mie competenze da alcolizzato sono rimaste intatte. Per farla breve: se vi piace il vino rosso, queste sono le mie due bottiglie preferite. Hanno corpo e anima. Cazzo se non ce l’hanno! Vale la pena cercarle e comprarle. Prosit.


Mi raccomando: l’amarone deve essere del 2011!
PARLIAMONE (CON FRECCIATINA)
Avrete capito che una delle cose che soffro, in questa newsletter, è la mancanza d’interazione con voi. Se non interagisco non mi diverto. Luca mi ha anche fatto notare che la mia newsletter non approfondisce niente: ci sono tante cose diverse ma nessuna è davvero approfondita. Ovviamente si tratta di una scelta editoriale precisa.
Però vorrei fare un passo avanti su questi due aspetti, per cui vi anticipo che, a breve, lancerò delle vere e proprie discussioni su argomenti specifici (es: il futuro del pianeta). E lancerò anche una APP su cui potremo stare sempre in contatto, sempre su argomenti specifici. La APP è già pronta (eccola) e potete scaricarla, se volete. Io già sono lì.
Spero di non rimanere deluso: ho già difficoltà a farvi leggere, figuriamoci a farvi pensare e scrivere.
;-)
Si, insomma, sto maturando il grande desiderio di costruire la mia grande community.
PER CHIUDERE IN BELLEZZA

Questo acaro si chiama Demodex. Ce l'abbiamo tutti. Sempre. Sul viso.
Tutti i numeri precedenti - o quasi - li trovate qui.
Spargete la voce, vi prego. Dobbiamo diventare di più. Lo chiedo soprattutto a chi una ‘audience’ più vasta della mia (…e ci vuole davvero poco).
Posso dare due suggerimenti:
1) Articolo sul toccarsi il viso e 2) Scelta argomenti per community
Sub 1) STEVEN HAYES "COME SMETTERE DI TOCCARTI IL VISO"
Vogliamo salutarvi in modo speciale, dedicandovi la traduzione di un recente post di Steven Hayes che pensiamo possa essere utile a tutti.
Steven Hayes, PhD.
Fondatore e Professore all’Università di Reno, Nevada. Ha focalizzato la sua ricerca sull’analisi di cognizione e linguaggio umani e sull’estensione di questi alla comprensione e alla riduzione della sofferenza umana. Autore di 44 libri e oltre 625 articoli scientifici.
Come smettere di toccarti il viso
In questo momento storico di COVID-19 è molto difficile evitare i consigli sul lavarsi le mani frequentemente ed evitare di toccarsi il viso. Per quanto riguarda la salute pubblica, è chiaramente un buon consiglio. Sono assolutamente d’accordo su entrambe queste cose.
Come psicologo, tuttavia, posso dirvi che il "buon consiglio" è una delle forme più deboli di cambiamento comportamentale riconosciute dalla scienza. Qualsiasi genitore legga questo blog lo capisce sicuramente. Consentitemi di riconfermare l'ovvio: dire semplicemente alle persone cosa fare è spesso inutile. Questo è particolarmente vero quando il consiglio ha a che fare con azioni automatiche e abituali, come mangiarsi le unghie, dire: "Lo sai", lasciare la tavoletta del water alzata o anche toccarsi il viso.
Cominciamo con alcuni fatti.
Le persone si toccano il viso. Molto. Intendo molto, molto. Intendo quasi costantemente.
Io dovrei saperlo. Faccio parte di uno piccolo numero di scienziati che lo ha studiato seriamente.
Più di 40 anni fa, condussi una serie di studi sul “toccarsi il viso” con un mio professore, Norm Cavior, e in seguito con una collega dell'Università del North Carolina, Greensboro, Rosemery Nelson. Volevamo studiare come il comportamento cambi se e quando lo si auto-monitori. Ciò che era necessario era un'azione che si verificasse regolarmente, fosse facile da vedere dall'altra parte della stanza e fosse vista come leggermente negativa quando veniva sottolineata, così che ci fosse una qualche motivazione a cambiarla.
Il toccarsi il viso presentava tutte queste caratteristiche.
Quando abbiamo registrato la frequenza con cui le persone si toccano il viso quando non sapevano di essere osservate, essa raggiunse una frequenza tra le 0,5 e le 3 volte al minuto, a seconda dell'attività svolta.
Fai i conti. Ciò significa che ci tocchiamo le facce centinaia o addirittura migliaia di volte al giorno!
Molti di noi sono un po' imbarazzati quando viene messo in evidenza il nostro modo di toccarci il viso. Sembra leggermente focalizzato sul sé (c'è del vero in questo). Può comprendere cose grossolane, come grattarsi il naso, leccarsi le dita o mordersi le unghie. E sì, per quanto riguarda la salute, in realtà non è una gran cosa da fare. Può contribuire a problemi della pelle e i germi possono fare l'autostop all'interno del nostro corpo attraverso i nostri occhi, il nostro naso o la nostra bocca.
Noi lo facciamo comunque.
Quindi cosa possiamo fare al riguardo?
Un metodo che abbiamo trovato che funzionava è impossibile da applicare: puoi ricordarlo costantemente alle persone. In uno dei nostri studi abbiamo ottenuto una diminuzione nella frequenza del comportamento di toccarsi il viso se ricordavamo alle persone di non farlo, ogni uno o due minuti. Ci sono due problemi: primo, a parte tua madre, chi cavolo lo farebbe? Secondo, dopo un paio di giorni, saresti pronto a dare uno schiaffo a qualcuno.
Tuttavia, abbiamo trovato un metodo pratico che ha ridotto questo comportamento dal 65 al 95%. Nella nostra ricerca, questo metodo ha funzionato nel breve o lungo termine (fino a 9 settimane) e - finché lo si applicava - non si verificava alcun calo.
Quindi qual è il trucco?
Prendi un dispositivo specifico e misura il tuo toccarti il viso.
Conta le volte in cui ti tocchi. Non importa quale sia il dispositivo, purché sia facilmente visibile, tu possa portarlo con te e tu sia disponibile a usarlo. Potrebbe essere un dispositivo per contare, un foglio di carta millimetrata o il cronometro sul tuo smartphone. Registra solo scrupolosamente ogni singola volta che tocchi il tuo viso e in pochi minuti questo comportamento scenderà a un livello abbastanza basso da poterlo tenere tracciato a lungo nel tempo senza interruzioni.
Dai un'occhiata alla figura seguente tratta da uno dei nostri studi:
Quando i partecipanti al nostro studio non contavano, si toccavano i volti senza pensarci in modo automatico ogni volta che giungesse l'impulso, producendo un alto numero di tocchi al volto (circa una dozzina di volte ogni cinque minuti). Tuttavia, non appena abbiamo chiesto loro di iniziare a auto-monitorarsi, il contatto con il viso è diminuito drasticamente. Inoltre, i tocchi sono rimasti pochi per il tempo in cui le persone hanno continuato a contare, anche se il conteggio è continuato per un massimo di 9 settimane! (Per maggiori informazioni su questo studio, clicca qui.)
Ulteriori ricerche hanno dimostrato che c'è un buon motivo per cui il dispositivo con cui si conta dovrebbe essere evidente: la sua stessa presenza ti ricorda in poco tempo di non toccarti il viso.
E questo rivela che il contare funziona e, anche se non sei così preciso, il solo sforzo di seguirlo onestamente crea l'effetto.
No, il contare non è una cura "una tantum" per l'abitudine di toccarsi il viso: non appena i partecipanti hanno smesso di contare, sono tornati a toccarsi il viso con la stessa frequenza di prima. Pertanto, per continuare a beneficiare di questo metodo, è necessario continuare a utilizzarlo.
Esistono altre idee per cambiare abitudine e che possono essere applicate al toccarsi il volto... ma questa è la più semplice e quella più basata sulle prove sperimentali.
Non ho mai pensato che questa ricerca avrebbe potuto essere direttamente utile - era solo "una fase preliminare" (come affermano gli scienziati) per studiare la reattività all’auto-monitoraggio. A essere sincero, non ho pensato a questa ricerca in da molti anni. Ma il COVID-19 ha cambiato molte cose ed eccomi qui, seduto sulla mia poltrona protetta in un luogo in casa mia con la mia carta millimetrata accanto a me, toccatore cronico della faccia quale sono.
Uno ............... due ................... uh oh, tre ..........
Spero che vi aiuti, compagni. Pace, amore e vita.
Steven C. Hayes
Sub 2) Perchè non fai un referendum su quali argomenti trattare? O vuoi sceglierli tu? Io ...li farei scegliere a noi.
🤶🏻
La tua app è solo per Android :-(